Ho preso la motivazione per scrivere questo articolo, dall’osservazione degli ultimi mesi, delle modalità di approccio di dipendenti e titolari di diverse attività.
Dall’interazioni tra me e le persone di cui ho accennato, è emerso un aspetto particolarmente negativo, che mi ha portato a sviluppare una Mini Guida, con 7 punti che, se sviluppati, rendono migliore e più proficuo l’ambiente lavorativo.
Come sempre accade, c’è un elemento scatenante che porta a svolgere determinate azioni. In questo caso, l’elemento scatenante è la tendenza hai il minimo indispensabile.
Cerco di essere un po’ più chiaro, nelle circostanze in cui sono entrato in contatto con persone di vari livelli e collocamenti aziendali, ciò che ha accomunato tutte loro, sono state, la scarsa volontà a volersi spingere anche solo di poco oltre, nonché la poca attenzione nel gestire le richieste pervenute.
Quando ho notato che c’era una continua reiterazione di questi comportamenti, mi sono domandato quali potessero essere le motivazioni. Soprattutto perché queste coinvolgono tutti i livelli.
Ho sempre visto la crescita personale ed in particolare il coaching, come assolutamente non divisibile dai rapporti interpersonali, ma soprattutto da quelli con noi stessi.
Sono fermamente convinto che, non curare questo particolare ambito, porti a perdite importanti anche in termini economici.
Non smettiamo di essere esseri umani quando entriamo in ufficio o raggiungiamo l’ambiente di lavoro. La cura che abbiamo nei confronti del rapporto con noi stessi e con gli altri, può essere estesa in qualunque direzione, offrendo comunque e sempre degli ottimi risultati.
Questi sono i 7 punti, che se sviluppati, eliminano le condizioni per le quali il lavoro non viene svolto adeguatamente:
- Il rapporto umano – Sul posto di lavoro, vengono trascorse in un anno circa 2000 ore. La ragione di maggior malcontento del tempo trascorso in questo ambiente, deriva dai rapporti umani. Una gestione non corretta di questi, a livello interno, si traduce con una gestione errata degli stessi, verso contatti e potenziali clienti esterni. Un’analisi delle relazioni più recenti o costruite nel tempo, permette di comprendere meglio come gestire le peculiarità di ogni persona, costruire una corretta interazione con gli altri e fornire gli attrezzi giusti perché questo avvenga.
- La visione dello scopo della vita aziendale – Le aziende, le società, ma anche le brand identity, possono essere considerate alla stregua di esseri viventi. So che può sembrare un’affermazione molto forte, ma chiunque abbia voluto dare il via ad un qualunque tipo di attività, presto o tardi ha iniziato a vederla come una creatura che nasce, cresce, magari si riproduce anche e si spera muoia il più tardi possibile. Proprio per questa analogia che si crea tra un’attività e un essere vivente, si va di pari passo costituendo un’altra corrispondenza importante. Così come ogni persona ha uno scopo nella vita, anche un’attività, di qualunque natura sia, deve averne uno.
Lo scopo, attenzione, non gli obiettivi, è ciò che ci fa alzare la mattina, impegnarci durante il giorno e andare a dormire tardi la sera. Prova a pensare a cosa accadrebbe se ci fosse un vero interesse per il lavoro svolto, spinto dal connubio tra volontà e uno scopo di vita aziendale?
- Il coinvolgimento emotivo – Le emozioni, sono parte di noi. Sono anche la ragione per cui decidiamo di fare o non fare qualcosa. Queste, se riconosciute e gestite nel modo corretto, portano ad un potenziale enorme anche nell’ambito lavorativo. “Sfruttarle” nelle relazioni tra colleghi, nella gestione di Team e anche della Customer Care, può portare a fare davvero la differenza.
- Metodo (perseguimento degli obiettivi) – A partire dall’individuazione degli obiettivi, per passare alla gestione degli stessi, alla valutazione delle persone coinvolte nel processo, alla costruzione di un team, alla gestione dei compiti e delle deleghe e per finire al monitoraggio dei piccoli o grandi risultati ottenuti, occorre sviluppare la massima attenzione. Se anche solo uno di questi aspetti, legati al metodo con cui decido di perseguire un risultato, non viene costruito correttamente, tutto il sistema ne risente. Anche se nella maggior parte dei casi, i sistemi già utilizzati, hanno prodotto dei buoni risultati, la condizione particolare di uno specifico progetto, può rendere vane le modalità già sperimentate. Vale quindi la pena di considerare il metodo di perseguimento degli obiettivi, sulla base degli obiettivi stessi e costruirlo di conseguenza.
- Costanza – Essere costanti, sembra semplice, soprattutto quando non si considerano le variabili inattese. La vera difficoltà nel mantenere costanza, quando si vuole perseguire un obiettivo, nasce dalla difficoltà nella gestione delle situazioni quotidiane, che hanno la forza di deviare dal corretto impegno. Per evitare che questo accada, può essere utile acquisire delle nuove capacità, che permettano di mantenere saldo il focus.
- Esempio – È un aspetto che viene spesso sottovalutato, anche se può portare a conseguenze importanti. L’essere d’esempio o il dare l’esempio, può cambiare in modo considerevole la percezione che gli altri hanno di noi, ma anche la motivazione con la quale portano avanti le loro attività. Cerco di essere più chiaro, lavorare a stretto contatto con persone che sono responsabili, significa poterle prendere come esempio significativo. Questo vale in relazione a qualunque tipo di comportamento, in qualunque contesto.
Quando siamo circondati da persone che ci stimolano, perché fanno leva sui nostri valori più importanti, lavorare con e per loro diventa piacevolmente gratificante. Quando viceversa, osserviamo comportamenti non in linea con ciò che ci si aspetta, da chi dovrebbe dare l’esempio, si diventa spesso inclini a fare altrettanto e si perde il vero valore per il quale si fanno le cose.
Costruire abitudini mentali e comportamentali, sta alla base del perseguimento di questo importantissimo punto.
- Celebrazione – Culturalmente, siamo davvero poco inclini alla gratificazione! Possiamo vedere questo nell’educazione del figli, nel sistema scolastico, ma soprattutto nell’ambiente lavorativo.
È più semplice che una persona venga rimproverata per non aver svolto correttamente un compito, piuttosto che gratificata per averlo fatto.
E che ci piaccia o no, il rinforzo positivo è alla base dell’apprendimento. Celebrare i piccoli e grandi successi o obiettivi raggiunti, può sembrare una manda una banalità, ma se fatto nel modo corretto ed al momento giusto, incrementa in modo esponenziale il rendimento di chiunque.
Per ognuno dei sette argomenti al quale ho accennato, ti ho fornito degli spunti, che spero che saranno utili. Se vuoi approfondire, ti invito a farlo scaricando la Mini Guida, che puoi trovare nella sezione dedicata al contenuti riservarti del mio sito Internet. In alternativa puoi trovare l’e-book su book di Apple cercando Moreno Sartori. Ma se desideri davvero sviluppare al 100% questi aspetti, potrebbe essere una buona idea fissare un breve colloquio telefonico e comprendere insieme come svilupparli.